Piazza Maggiore 40121 Bologna Denominato 'palazzo nuovo' per distinguerlo dal palazzo del Podestà, viene costruito tra 1244-46 (contemporaneamente al palazzo del capitano del popolo) come ampliamento degli edifici comunali. Appena tre anni più tardi diviene la 'residenza' del re prigioniero della battaglia di Fossalta: re Enzo di Sardegna, figlio di Federico II appunto. Nell'ultimo dei tre piani originari era riservato al re un ampio vano dove trascorse i successivi ventitré anni fino alla morte (1279). Numerose leggende fiorirono nella letteratura popolare intorno alla leggendaria figura del re prigioniero: il padre avrebbe offerto ai bolognesi in riscatto del figlio tanto oro da poter cingere le mura della città e ancora si favoleggia di una fuga del re nascosto dentro una 'brenta' o tino sventata però da una donna che avrebbe urlato 'scappa, scappa!' ottenendo poi in ricompensa dal comune di potersi fregiare del cognome Scappi. Al piano terreno erano conservate le macchine da guerra dell'esercito e il Carroccio. Con una scala coperta si accede al loggiato del primo piano dove si tenevano le sedute dei consigli popolari. La Sala del Trecento, realizzata da Antonio di Vincenzo nel 1386, viene successivamente adibita ad archivio comunale, mentre l'ultimo piano subisce una vasta opera di ristrutturazione nel 1771 con G. G. Dotti. Consistenti furono nel caso del palazzo Re Enzo i restauri condotti nel 1905 da Alfonso Rubbiani che mira a ripristinare l'aspetto gotico dell'edificio a discapito degli interventi successivi, come per es. quelli del Dotti. Sulla base delle tracce trovate e delle fonti rinnova la facciata, ricostruisce le merlature, le arcate del pianterreno e la scala quattrocentesca. Sulla destra del palazzo è situato l'accesso alla cappella di S. Maria dei Carcerati cui si recavano i condannati a morte. |